AMIANTO E MESOTELIOMA: TUTTI INNOCENTI?
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27/07/2022PROCESSO EX FIBRONIT
La Corte d’Appello di Milano ha assolto gli ultimi due imputati rimasti al processo riguardanti 27 morti da amianto fra i lavoratori ex FIBRONIT di Broni (PV) iniziato nel 2012 al tribunale di Voghera.
Non abbiamo visto il dispositivo della sentenza e tanto meno le motivazioni che verranno depositate entro 90 giorni, ma abbiamo sentito le solite giustificazioni per le esposizioni e le morti… “non si poteva sapere quando si è innescata la malattia” “è andata così, nessuno ha colpa”, NON SI POSSONO CERCARE E CONDANNARE ALCUNI CHE DIVENTANO “CAPRI ESPIATORI” e simili perchè avevano immesso in produzione l’amianto dopo averlo fatto arrivare dai luoghi di estrazione e vendita.
L’amianto si poteva utilizzare (abbondante in natura e duttile per l’impiego, quindi ottenibile a prezzi relativamente bassi), ma non ci si chiede come mai nel 1992 è stato messo al bando il suo impiego. Si saltano gli studi scientifici in merito e le leggi sulla sicurezza sul lavoro, soprattutto si tralascia di ricordare le piccole e grandi mobilitazioni che hanno portato alla decisione – comunque tardiva – da parte delle istituzioni di vietarne l’impiego. Eppure, che ricordiamo noi, nel 1798 un’ispettrice del lavoro inglese ne aveva denunciato la nocività ed ancora nei primi anni del 900 era stato istruito un processo a Torino a riguardo di una fabbrica tessile dove l’amianto veniva impiegato contro un giornalista che aveva scritto un articolo contro l’azienda ed era stato accusato di diffamazione perchè aveva scritto che l’amianto era nocivo. Assolto nel processo asuo carico al seguito della sentenza nella quale si affermava che tutti sapevano quanto l’amianto fosse nocivo.
Ci teniamo particolarmente a Broni anche perchè è lì che la nostra abbiamo fatto nascere la nostra associazione di esposti ed ex esposti all’amianto ha avuto un forte impulso che poi è nata nel 1989 (davanti a un notaio di Casale M.), dopo una riunione fatta con dei famigliari di una vittima dell’amianto sempre di Casale (ex impiegato di banca) e un gruppo di lavoratori delle Officine Grandi Riparazioni delle FS di Santa Maria La Bruna (NA) che allo scopo avevano attraversato l’Italia per arrivare a Casale Monferrato.
Aggiungo anche che in un periodo successivo (non meno di 25 anni fa) a conoscenza della FIBRONIT forse abbiamo fatto la prima riunione pubblica per spiegare cosa fosse l’amianto e quali fossero i suoi effetti. E quindi ancora prima del processo ci siamo occupati di riunire le vittime, abbiamo costituito una sezione della associazione, siamo entrati in contatto con il comune di Broni con il quale abbiamo iniziato a parlare di bonifiche sia della Fibronit che del territorio in cui l’amianto era ben diffuso.
E’ ovvio che al processo iniziato nel 2012, davanti al Tribunale di Voghera ci siamo costituiti parte civile e naturalmente l’abbiamo seguito nelle sue varie fasi con un nostro avvocato.
Sono molti altri i processi per amianto, che hanno visto la nostra costituzione di parte civile, almeno una trentina. Interessante fare presente che nonostante i problemi fossero gli stessi – sempre all’interno di tempi lunghissimi – in una parte di queste ci sono state assoluzioni dei presunti responsabili e in un altra parte delle condanne. Le motivazioni delle assoluzioni siano state quelle che abbiamo ricordato in quest’ultima occasione del processo Fibronit. Ci sembra che le cose siano cambiate dopo una sentenza della Corte di Cassazione (IV sezione penale) che aveva condannato i responsabili della FINCANTIERI di Palermo respingendo la teoria che allora andava per la maggiore da parte dei difensori degli imputati, detta della “trigger dose (dose grilletto)” che avevano sostenuto che non si poteva condannare in quanto non si poteva dire quando “il colpo” era partito. Da allora la teoria è stata abbandonata e ne è stata coniata una nuova che avuto maggior fortuna per i suoi sostenitori, ovvero i ben pagati – avvocati e consulenti tecnici- delle aziende che impiegavano amianto, denominata “teoria dell’induzione”. L’induzione sarebbe il momento in cui inizia il processo di cancerogenesi. Poichè tale momento non è definibile non si può condannare nessuno… ma siamo in grado di definire che differenza c’è con la teoria della trigger dose? Eppure questa è stata respinta e la prima ha costituito elemento di assoluzione in molti processi, anche di Cassazione (parliamo sempre della IV sezione, mentre in genere per la III sezione ciò non è avvenuto).
Ora per concludere come associazioni e movimenti anche con l’aiuto di organizzazioni scientifiche abbiamo promosso un convegno presso il Senato della Repubblica allo scopo di battere la teoria di cui abbiamo parlato. A noi sembra di esserci riusciti, ma vedremo quando saranno pubblicati gli atti di prossima pubblicazione.