PROCESSO LARDERELLO ENEL IN ATTESA DI GIUDIZIO
17/05/2017SCUOLE VINCITRICI REGIONE AMBIENTE TERRITORIO
22/05/2017Con profondo dolore l’Aiea Onlus fa le condoglianze alla famiglia di Giovanni Maria Cinellu, morto a 69 anni dopo sei tumori. La nostra lotta andrà avanti per rivendicare giustizia per i morti di amianto e per assistere le famiglie delle vittime che perdono un caro per colpa di chi non ha saputo proteggere e tutelare la salute sui luoghi di lavoro.
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ARTICOLO NUOVA SARDEGNA
Si allunga l’elenco delle vittime della fabbrica dei veleni, qual è stata con tutta probabilità l’industria chimica di Ottana almeno sino a tutti gli anni ’90. L’ultima vittima, la numero 121 (ma il dato potrebbe essere in difetto), è stato sepolta ieri a Tresnuraghes, suo paese natale, dov’era rientrata dopo aver lavorato oltre vent’anni nell’ormai famigerato reparto AT5 di Ottana. Si chiamava Giovanni Maria Cinellu e aveva 69 anni. Pochi mesi fa, il 26 novembre, aveva raccontato la sua odissea ai microfoni di una tv locale, dove veniva presentato come uno degli ultimi superstiti del reparto. «Siamo rimasti in pochi e la maggior parte di noi sta partendo – aveva detto con un filo di voce – A me la fabbrica ha lasciato in dote cinque tumori: alla vescica, alla gola, al colon, al naso e ai polmoni. Ma l’Inail non mi riconosce la malattia professionale». Cinellu non sapeva che di lì a poco si sarebbe aggiunto un sesto tumore, alla testa. Si è spento venerdì 19 all’ospedale di Bosa.
L’uomo aveva presentato domanda di riconoscimento della malattia professionale nel maggio 2016 all’Inail di Sassari. A ottobre la sede Inail di Oristano, la più vicina al suo luogo di residenza, gli aveva chiesto di presentare tutta la documentazione relativa al suo precario stato di salute. Nonostante ciò, l’11 Gennaio di quest’anno rigettava la sua domanda.
Francesco Tolu, ex operaio e sindacalista di Ottana, componente del direttivo regionale dell’Aiea (l’associazione che si batte per il diritto degli esposti all’amianto), ricorda così l’amico e collega: «Dopo atroci sofferenze, un altro compagno ci ha lasciato, l’ennesima vittima colpita dall’amianto, non riconosciuto dall’Inail. Lo voglio ricordare come lui avrebbe voluto, con l’intervista che rilasciò durante l’assemblea regionale che tenemmo a Ottana; nonostante fosse colpito in modo grave da ben cinque tumori non volle mancare a quell’appuntamento e con la sua presenza voleva incoraggiare gli altri ad andare avanti in questa battaglia. Con molta calma ma con grande determinazione, e persino un leggero sorriso, raccontò il calvario della sua malattia e di ciò che Ottana gli aveva lasciato in dote, quasi che fosse una sorta di eredità: parlò dei suoi cinque tumori, ai quali di recente si è aggiunto il sesto. Non ce l’ha fatta, ha smesso di soffrire, ma anche di vivere, nell’ospedale di Bosa».
Lo scorso novembre un emendamento del deputato Michele Piras è stato inserito nella legge di stabilità. Ha destinato 50 milioni di euro, suddivisi in due anni (2017 e 2018) per la pensione d’inabilità dei lavoratori sardi esposti all’amianto. Sei mesi dopo mancano ancora i decreti attuativi di quel provvedimento.