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L’8 settembre al Palazzo di Giustizia di Milano si è tenuta l’udienza del processo Amianto al Teatro alla Scala che vede come imputati rinviati a giudizio 5 dirigenti del Teatro, accusati della morte di 10 lavoratori a causa dell’amianto.
Sembra impossibile, ma al teatro alla Scala, noto in tutto il mondo, era presente una grande quantità di amianto che ha contaminato non pochi lavoratori: i morti sono stati diversi macchinisti di scena, un orchestrale, un cantante del coro e un vigile del fuoco.
Il giudice Gloria Maria Gambitta all’inizio dell’udienza ha sciolto le riserve sulla richiesta di ammissione delle parti civili nel processo che si erano presentate nell’udienza del 31 maggio e ha letto l’ordinanza con cui ammetteva le parti civili. Il procedimento proseguirà il 26 settembre
Anche in questa occasione , Medicina Democratica (MD) e l’Associazione Italiana Esposti amianto AIEA) , unitamente al Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio difesi dall’avvocata Laura Mara, sono stati ammessi come parti civili insieme con altre associazioni (il Comitato Ambiente e Salute del Teatro alla Scala, il sindacato CUB Informazione Spettacolo, la CGIL, INAIL e ATS (ex ASL).
Durante l’udienza sono stati formalizzati anche i responsabili civili (Fondazione Teatro Scala e Centro Diagnostico Italiano).Si chiede finalmente giustizia per quei morti, nella speranza che non si sostenga, ancora una volta, che l’amianto è stato grandemente usato e che serviva a proteggere dagli incendi, cosa non del tutto vera considerando che quando questi sono avvenuti l’amianto si è più diffuso nell’ambiente. In altri termini non si può ritenere che ciò che è di senso comune sia vero.
Le responsabilità vanno ricercate, non si può attribuirle in generale alla società, ed è ora, a partire da Milano che si operi per una grande bonifica generalizzata: anche se non ci sono i processi, anche quando non si riesce a risalire con precisione alle cause, l’amianto continua fare morti.
Per MD e AIEA – Fulvio Aurora