ALLA RICERCA DI GIUSTIZIA: ILVA TARANTO
26/06/2017OTTANA: ARRIVA LA COMMISSIONE NAZIONALE INFORTUNI
13/07/2017Alla Camera, sala della Lupa, ore 15,30, le principali associazioni dei familiari delle vittime delle peggiori stragi italiane si riuniscono per chiedere alla giustizia di modificare i tempi della prescrizione, di fronte ai grandi scandali: “Il conteggio dei tempi deve partire dal primo grado di giudizio – chiedono – e non dal giorno della strage”. Spesso, infatti, già per arrivare al primo grado passano anni e anni, così la prescrizione arriva con il suo “colpo di spugna a vanificare le condanne e negare a noi ogni speranza di giustizia”.
Qualche esempio: di amianto ci sono già 3.000 morti e altrettanti ce ne saranno nei prossimi anni, ma nel 2015 la Cassazione ha prescritto il disastro ambientale doloso, dunque le condanne in primo e secondo grado ai vertici dell’Eternit sono vanificate. Stesso destino per i 32 morti bruciati vivi nel giugno di 8 anni fa a Viareggio, quando un treno pieno di gas deragliò: pesanti le condanne in priomo grado, ma già vanificate da una prescrizione che corre più della giustizia e ha già “graziato” due su quattro capi di imputazione… A rischio sono il 90% dei grandi processi in corso.
Al convegno, intitolato DISASTRI ITALIANI, PRESCRIZIONE “LIBERITUTTI” partecipano Piercamillo Davigo, il presidente della Fnsi Beppe Giulietti, i magistrati Claudio di Ruzza e Libero Mancuso. Tra le associazioni, i rappresentanti di Aiea Onlus, Moby Prince, Thyssenkrupp, Ilva di Taranto, Treno di Viareggio, Casalecchio di Reno, i terremoti dell’Aquila, delle Marche e dell’Emilia, Vittime di Rigopiano (l’hotel in Abruzzo), la torre al porto di Genova (9 morti), la Scuola di San Giuliano di Puglia (27 scolari morti e la maestra…).
“La prescrizione così intesa si affaccia inesorabile sui nostri processi, cancellando i reati per cui le vite dei nostri cari sono state cancellate”, denuncia Gloria Puccetti, presidente di “Noi non dimentichiamo”, il comitato che riunisce decine di associazioni di vittime. “Cambiare le regole significa per l’Italia raggiungere un libello di vera giustizia, che tuteli i cittadini e non agevoli la sanatoria per chi ha compiuto i reati. E’ una strada che vogliamo compiuere insieme con la giustizia italiana e le nostre istituzioni. Contyare i tempi della prescrizione dalla fine del primo grado di giudizio servirà a portare a termine tanti processi, oggi destinati a chiudersi senza mai colpevoli, nonostante le condanne”.