BANDO DI CONCORSO CAMPANIA AMBIENTE E TERRITORIO
25/02/2017ISOCHIMICA, SECONDA UDIENZA PROCESSO. TUMORI TRA ANIMALI DOMESTICI.
04/03/2017Il Ministero per l’Ambiente avrebbe fatto sapere alla Regione Basilicata che il tempo per procedere alla bonifica dei due Sin (Siti di interesse nazionale) è scaduto. E che non ci sarebbero i margini neanche per il Commissariamento. Il che potrebbe voler dire che i soldi stanziati, circa 46milioni di euro, andranno persi.
A segnalare la notizia alla nostra redazione è l’associazione Ambiente e Legalità. “Se la notizia verrà confermata il Presidente della Regione Basilicata dovrà dimettersi – dichiara il presidente dell’associazione Anna Maria Dubla – chiedendo prima scusa ai cittadini lucani per la manifesta incapacità di gestione e controllo non solo del proprio territorio ma anche delle risorse pubbliche, con ennesima occasione perduta”.
Le aree inserite nel 2002 dal Ministero, tra quelle da bonificare, in Basilicata sono due. Una in provincia di Potenza, a Tito Scalo, l’altra nel Materano, nella valle del Basento. Entrambe hanno ospitato insediamenti industriali che hanno lasciato veleni e disoccupazione. Tra queste la ex Liquichimica, la ex Materit, la Syndial, solo per citarne alcune. Con l’accordo di programma firmato nel 2013 tra la Regione Basilicata e i ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente vennero stanziati 46 milioni di euro per finanziare dieci progetti di bonifica e una convenzione per velocizzare i procedimenti autorizzativi. Dei dieci progetti, sei riguardavano la Val Basento e quattro l’area industriale di Tito. In totale solo quattro progetti sono andati a bando: due per la Val Basento e due per Tito Scalo. Ma oltre i bandi, la Regione Basilicata non è andata, e oggi il Ministero mette la parola fine a quindici anni di slogan, annunci, false partenze e fondi polverizzati. Di quei soldi, infatti, una bella fetta, circa 7 milioni, è finita nelle solite consulenze.
“Cabine di regia, protocolli a destra e manca, e chi più ne ha più ne metta. Insomma, tanti salotti rossi di rappresentanza, ma i progetti portati a conclusione amministrativa attraverso l’emanazione di bandi di gara sono meno della metà. Ovviamente – aggiunge l’Associazione Ambiente e Legalità- il Direttore Generale del Dipartimento Ambiente avrà accampato infinite ‘ragioni’, come del resto, in una mortificante catena di Sant’Antonio, avranno fatto i vari responsabili dei progetti. Cos’è accaduto? Perché siamo arrivati a questo punto? Nulla, niente di diverso dal solito gomitolo in cui ognuno aggroviglia il proprio filo, dal Presidente che tutto vuole e tutto può tranne che il bene collettivo, all’assessore, bravo ragazzo ma poco reattivo, ai funzionari, stretti tra potere e dovere. Insomma- conclude Dubla- presidente Pittella, il vaso è colmo, prenda esempio dal suo capo corrente, si dimetta”