AIEA ADERISCE ALL’ASSEMBLEA DEI POPOLI PER IL TRIBUNALE MONSANTO
07/10/2016AIEA ALL’ASSEMBLEA DEI POPOLI, TRIBUNALE MONSANTO
20/10/2016Tra sabato 1 e domenica 2 ottobre si è svolto sulla diga del Vajont il XII° “Presidio-Notte bianca della Memoria”, con la collaborazione della Proloco e del Comune di Erto e Casso, consueto appuntamento organizzato dai Cittadini per la Memoria, con una settimana di anticipo rispetto alla ricorrenza del tragico evento del 9 ottobre di 53 anni fa, per non sovrapporlo al altre iniziative ed anche per rispettare il silenzio che alcuni preferiscono in quella data.
Siamo un gruppo di cittadini che si sono riuniti attorno ad alcuni superstiti del Vajont nel corso degli anni per ascoltare e supportare quelle voci fuori dal coro poco inclini ad accettare presunte verità istituzionali calate dall’alto e tantomeno eventi ufficiali retorici e di facciata. Ci teniamo invece a mantenere viva la memoria su quanto effettivamente accaduto prima, durante e dopo quel 9 ottobre del 1963: le bugie sul pericolo imminente, la derisione di quanti denunciavano, i vergognosi accordi tra politica e forti poteri economici, che portarono all’eccidio, spesso raccontato come catastrofe naturale e che invece fu frutto di interessi di uomini accecati dalla smania di profitto fino al punto di causare la morte di 1910 persone di cui 487 bambini, la distruzione di interi paesi e le vite di coloro che sopravvissero. Quest’ultimo aspetto è appunto quel dopo di cui pochi parlano (dopo ogni strage) e che è divenuto il tarlo di coloro che, umiliati dal silenzio e da numerosi soprusi, hanno trovato voce prima nel libro di Lucia Vastano “Vajont l’onda lunga” e poi nella vicinanza di persone che da tutta Italia si sono unite loro per ascoltare e diffondere ovunque questa vergogna. Quest’anno poi si è aggiunto un ulteriore evento che ha ampliato l’orizzonte, arricchendo la memoria di nuovi significati: la proiezione del docu-film “I Vajont” (regia Maura Crudeli e Lucia Vastano con la collaborazione di AIEA e Medicina Democratica) preceduto da un video messaggio dei genitori di Giulio Regeni per una reciproca solidarietà.
Il plurale spiega il senso del film, quel filo conduttore che lega episodi tragici avvenuti nel tempo in Italia e in altre parti del mondo, non per l’imprevedibilità degli eventi naturali, ma per mano dell’uomo che con opere più o meno grandi, ha anteposto il profitto e l’avidità alla salvaguardia dell’ambiente, della salute e della vita umana. Dalle vittime dell’amianto alle stragi di Viareggio, Broni, Genova, fino all’India. Storie di madri che lottano per la verità, lavoratori che hanno visto bruciare i colleghi, terremotati trattati da deportati e tante altre storie che comunicano l’esigenza di riflessioni, di unione per opporsi a chi vuole dividere per imperare o denigrare per mettere a tacere. Ritrovarsi per rimpiangere i morti non ha senso se non si trova la strada per evitare che tutto si ripeta, sotto altre forme, altrove. Vogliamo che tutti questi eventi trovino casa nei nostri cuori anche e soprattutto dopo l’abbandono dell’attenzione mediatica, mantenendo sempre vivo lo spirito critico su ciò che accade ogni giorno, insegnando alle nuove generazioni a mettere in discussione ciò che proviene da chi ha già tradito. Auspichiamo che questo documentario, interessante anche dal punto di vista estetico, trovi spazio e larga diffusione soprattutto nelle scuole. Non è stato invece possibile a causa della pioggia, lanciare i palloncini con i nomi dei bambini che persero la vita, ma si rinvia ad analogo gesto simbolico il giorno 22 ottobre alle 10.30 a Vittorio Veneto a conclusione di una serie eventi che da sabato 8 sarà dedicato proprio ai bambini del Vajont a partire dall’intitolazione a loro di una delle sale del centro culturale Fenderl.