EPIDEMIOLOGIA E PREVENZIONE
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28/04/2016
L’INAIL CONDANNATA IN TRIBUNALE A RICONOSCERE LA MALATTIA PROFESSIONALE DI UN OPERAIO EX ESPOSTO AMIANTO. LA SENTENZA STABILISCE IL PRINCIPIO CHE LA PRESCRIZIONE DELLA MALATTIA PROFESSIONALE (3 ANNI E 150 GIORNI) COMINCIA DA QUANDO IL LAVORATORE NE VIENE A CONOSCENZA.
Nell’udienza di oggi al Tribunale di Monza – sez. Lavoro – la giudice dott.ssa Francesca Capelli ha condannato l’INAIL a riconoscere la malattia professionale ad un ex operaio della Breda Fucine di Sesto San Giovanni colpito da un tumore alla laringe nel 1996. L’Inail si è sempre rifiutata di riconoscere al lavoratore Silvestro Capelli (difeso dall’avv. Laura Mara) la malattia professionale nonostante gli avesse riconosciuto nel 2006 l’esposizione all’amianto costringendo il lavoratore ad andare in causa per far valere i suoi diritti.
Il Tribunale di Monza ha riconosciuto l’eziologia professionale fra cancro alla laringe e l’esposizione all’amianto con il 60% di danno biologico, condannando l’INAIL al risarcimento e alla costituzione di una rendita.
La giustizia ha tempi lunghi, che purtroppo non hanno gli operai con patologie dovute all’esposizione all’amianto con attesa di vita limitata. Con la sentenza di oggi il Tribunale di Monza ha riconosciuto la malattia professionale finora negata dall’INAIL e per quanto tardiva finalmente un briciolo di giustizia è stato fatto, anche se siamo solo al primo grado di giudizio.
La storia di Silvestro è una di quelle raccontate nel libro Amianto: morti di “progresso” di Michele Michelino e Daniela Trollio, appena uscito il mese scorso e che sarà presentato al Teatro della Cooperativa (via Hermada 8, Milano) il 28 aprile 2016, ore 20.30, nella giornata mondiale contro l’amianto che si svolge in tutto il mondo.
Silvestro Capelli
Silvestro è un ex lavoratore della Breda Fucine S.p.A di Sesto San Giovanni (MI) in forza all’azienda dal 1975 al 1992 con mansioni di operaio presso i reparti “Macchinario” e “Aste Leggere”, come fresatore/alesatore/saldatore, costretto a lavorare in reparti con elevate concentrazioni di fibre di amianto.
Nel 1995 è ricoverato presso l’ospedale Fatebenefratelli di Milano e gli è diagnosticata una neoplasia laringea. Viene operato il 2 gennaio del 1996 per una laringectomia totale che gli lascia un buco nella gola. I medici dell’ospedale non sono neanche sfiorati dal dubbio che potrebbe trattarsi di malattia professionale e, come succede spesso, omettono dal fare l’anamnesi lavorativa e la denuncia prevista per legge anche in casi di sospetta malattia professionale alle autorità competenti. A Silvestro, membro del Comitato Direttivo, il 10 ottobre 2006 viene certificata dall’INAIL l’esposizione all’amianto, come a tanti suoi ex compagni di lavoro.
Lui decide di chiedere all’INAIL anche il riconoscimento della malattia professionale, dato che il Dirigente Medico del Lavoro e Ufficiale di Polizia Giudiziaria Dr.sa Laura Bodini così concludeva la sua segnalazione all’INAIL: “Spett. le INAIL….Vi segnalo il caso del sig. Capelli Silvestro.. che ha operato al reparto macchinario e …aste leggere dove veniva fatto largo uso di amianto. Sicuramente il sig. Capelli ha avuto una certa esposizione ad amianto….Vi allego anche l’estratto delle recentissime Linee Guida della Regione Lombardia (febbraio 1998) che indica la paralogia neoplastica della laringe tra le possibili patologie professionali dovute all’esposizione all’amianto”
Il 28 febbraio 2003 l’Inail di Sesto San Giovanni respinge definitivamente la domanda di malattia professionale con la seguente motivazione: “Il caso viene definito negativamente perché non esiste un rapporto causale tra la lavorazione svolta e la malattia denunciata”
Alcuni anni dopo, nel 2012 – poiché il muro di gomma sull’amianto si sta sgretolando e gli studi scientifici riconoscono che ci sono molte altra patologie da amianto che prima non si riconoscevano come tali – Silvestro viene a conoscenza tramite il Comitato dell’esistenza della Monografia n. 100 dello IARC (Istituto Internazionale per la Ricerca sul Cancro, la massima autorità mondiale nel campo) che afferma che la neoplasia della laringe è associata ad esposizione amianto con evidente sufficienza.
Il 7 gennaio 2014 Silvestro fa nuovamente domanda di riconoscimento della malattia professionale all’Inail di Sesto S. Giovanni, che il 16 luglio 2014 respinge nuovamente perché “sono trascorsi i termini di legge( art.112 DPR 1124/1965) per richiedere la prestazione”..
Ecco, in soldoni, il ragionamento dell’Ente: il tumore di Silvestro, all’epoca in cui l’ha avuto, non era “tabellato” (cioè non faceva parte dell’elenco delle patologie da amianto riconosciute dall’INAL) e quindi i 3 anni e 150 giorni (come prevede la legge) che lui ha lasciato passare prima di inoltrare la richiesta (peccato che Silvestro non si sia mai comprato la boccia di cristallo per prevedere il futuro) fanno sì che tale domanda sia ormai in prescrizione.
Quindi prima l’Istituto nega il nesso di causalità fra sua patologia e l’esposizione all’amianto e poi, quando la comunità scientifica la riconosce, respinge nuovamente la domanda perché sono ormai passati i limiti temporali previsti. Silvestro fa causa all’Inail sostenendo – con l’avvocata Laura Mara – che i 3 anni e 150 giorni (come stabilisce una postilla della legge) valgono da quando si viene a conoscenza che la malattia è di origine professionale.
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio