– Al Ministro della giustizia –
Premesso che:nel novembre 2012 si è svolta a Venezia la seconda Conferenza governativa nazionale sull’amianto, nel corso della quale sono stati indicati gli obiettivi da perseguire in questa, al contempo, nuova e ultima fase della lotta per la completa eliminazione della fibra killer dall’Italia;secondo l’Ufficio internazionale del lavoro, sono circa 120.000 i decessi causati nel mondo ogni anno da tumori provocati dall’esposizione all’amianto e sono circa 4.000 quelli risultanti in Italia;nei prossimi decenni, stante il lungo periodo di latenza della malattia, che può anche superare i 30 anni, si avrà, anche in Italia, un ulteriore forte incremento dei decessi provocati dall’amianto, incremento che raggiungerà l’apice tra il 2015 e il 2025 (e, secondo alcuni esperti, addirittura nel 2040);
il 15 marzo 2013 è stato presentato, a prima firma del primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo, il disegno di legge “Norme a tutela dei lavoratori, dei cittadini e dell’ambiente dall’amianto, nonché delega al Governo per l’adozione di un testo unico in materia di amianto” (Atto Senato 8);
già il 27 maggio 2006 si era svolto a Venezia un Convegno internazionale sull’amianto, nel corso del quale sono state rinnovate le segnalazioni e le proteste per i mancati doverosi e solleciti interventi della magistratura, soprattutto penale, a tutela dei lavoratori ex esposti ad amianto o dei loro familiari superstiti, soprattutto per le regioni del Veneto (Porto Marghera in particolare), della Basilicata, del Piemonte e del Friuli-Venezia Giulia (Monfalcone in particolare), e da allora sono stati molteplici gli interventi pubblici e le denunce in ordine ai ritardi della magistratura in materia;
considerato che: anche nel corso del mese di novembre 2012, alla Conferenza governativa nazionale di Venezia sull’amianto, sono stati ribaditi i problemi relativi alla gestione dei processi (civili e penali) da amianto in tutte le regioni d’Italia;i richiesti interventi della magistratura, a tutela delle parti offese (per i casi di malattie asbesto-correlate), devono ritenersi obbligatori e prioritari a norma del codice penale e del codice di procedura penale, anche perché la recente normativa annovera questa tipologia di reati (infortuni sul lavoro e malattie professionali) tra quelli che devono essere trattati, dopo quelli concernenti le più gravi forme di criminalità organizzata, con criteri di precedenza rispetto agli altri;gli obblighi di tutela dei lavoratori (e dei loro familiari superstiti) si rinvengono anche nella Carta costituzionale italiana, che fa costantemente richiamo ai doveri di solidarietà sociale;agli interroganti non pare che, in effetti e di fatto, i vari uffici giudiziari funzionalmente e territorialmente competenti (soprattutto le Procure della Repubblica) soddisfino con celerità e priorità tali esigenze relative all’istruzione e trattazione dei procedimenti concernenti le morti a causa del lavoro (in particolare quelle da amianto), sulle quali peraltro già nel corso delle Legislature XIV, XV e XVI il Senato aveva istituito una specifica Commissione d’inchiesta, rilevando la notevole vastità e gravità del fenomeno;
considerato che tali segnalazioni di casi di lentezza o di inerzia, a parere degli interroganti incomprensibili e inaccettabili, riguardano situazioni in particolare anche della Basilicata;
considerato altresì che, anche di recente, è stato depositato presso la Procura della Repubblica di Matera un nuovo esposto-denuncia, concernente decine di decessi, a causa dell’amianto, tra i lavoratori dello stabilimento ANIC di Pisticci Scalo (Matera);
sottolineato che, a quanto risulta agli interroganti, lentezze ed inerzie conducono di continuo a vergognose prescrizioni dei reati;considerato infine che analoghe interrogazioni sono state depositate, in riferimento ad altre regioni d’Italia, nel corso della XVI Legislatura e ad esse il Governo per lo più non risulta aver risposto,si chiede di sapere:
se al Governo risulti quante denunce e/o segnalazioni di qualsiasi genere attinenti ad esposizione ad amianto e a patologie asbesto correlate siano pervenute alle singole Procure della Repubblica della regione Basilicata dall’anno 2000 ad oggi;
se risulti quante di tali denunce e/o segnalazioni (per ogni singolo ufficio giudiziario) siano state archiviate, siano ancora pendenti o siano state concluse con passaggio del fascicolo al giudice per il giudizio e quante di queste ultime si siano già concluse con sentenze di primo o di secondo grado, ovvero con sentenze definitive;
quali iniziative di propria competenza il Ministro in indirizzo intenda assumere al fine di sollecitare la trattazione dei fascicoli “dormienti” in materia di soggetti esposti alle fibre killer di amianto.