LAVORATORI EX ENICHEM ESPOSTI ALL’AMIANTO
03/02/2016AMIANTO A SANTA CECILIA EBOLI
12/03/2016Durante la conferenza stampa convocata ieri dalla Direzione regionale INAIL, in Via Nuoro a Cagliari, i responsabili Inail hanno dichiarato:
“ .. mai negato l’amianto a Ottana, le concentrazioni erano troppo basse per ottenere la certificazione dei benefici previdenziali. L’accertamento effettuato dall’ente tecnico Contarp-Inail nel 2003 nel polo chimico di Ottana ha rilevato una concentrazione venti volte più bassa, rispetto ai limiti di legge: pertanto soltanto 12 lavoratori su 1441 richiedenti hanno ricevuto l’attestato di esposizione, e solo 6 denunce di malattia professionale su 77 effettuate, sono state accolte”.
Nella valutazione del rischio amianto fatta nel 2003 dalla Contarp-INAIL, infatti si dichiara quanto segue: “Valutati gli elementi a disposizione, per quanto di competenza, si ritiene di poter affermare che i dipendenti dello stabilimento Enichem di Ottana non hanno mai svolto mansioni imputabili di un’esposizione a concentrazioni medie annuali di fibre di amianto aerodisperse superiori a 0,1 ff/cm3 (lo stesso dicasi per i lavoratori di Chimica del Tirso – Fibra del Tirso). Pertanto, per nessuno dei dipendenti, o ex dipendenti, della Inca Int’l S.p.A. esistono i presupposti per la concessione dei benefici previdenziali di cui all’oggetto”.
Conclusione che è stata ribadita dal responsabile della Contarp INAIL, durante la conferenza stampa, sostenendo, fra l’altro che il sig. Luigi Chessa, uno dei soli tre casi di mesotelioma pleurico, “riconosciuti” tra i lavoratori di Ottana, avesse contratto tale gravissima patologia, conseguente alla esposizione alle fibre di amianto, in altra realtà industriale.
E’ mio dovere morale ineludibile smentire quanto dichiarato dall’INAIL: su precisa autorizzazione della vedova, signora Paola, ho deciso di rendere pubbliche le memorie del suo caro marito Luigi Chessa, il primo caso di decesso per mesotelioma pleurico di un lavoratore dell’industria chimica di Ottana, uno dei soli tre casi riconosciuti dall’INAIL per quel sito. Si tratta di un doveroso atto di giustizia e di verità: ci auguriamo che questa dolorosa, ma lucida testimonianza possa aiutare tante altre vittime o loro familiari, che stanno subendo un’ingiustizia per valutazioni che riteniamo non corrispondano alla realtà.
Il Promemoria, è stato redatto, infatti, di proprio pugno dal Sig. Luigi Chessa, nato a Lula nel 1943, dipendente dell’EniChem e responsabile della manutenzione meccanica dell’area poliestere dello stabilimento di Ottana: Luigi Chessa è deceduto nel 1997 per mesotelioma pleurico, accertato nel settembre del 1993, mentre era ancora in servizio. Occorre ricordare che il mesotelioma pleurico è una patologia purtroppo sempre infausta, che può essere contratta soltanto con l’esposizione alle polveri e fibre di amianto. Nel suo percorso lavorativo Luigi Chessa è stato in addestramento per un lasso di tempo limitato presso lo stabilimento tessile di Vercelli: ultimati i montaggi strutturali dell’impianto poliestere è stato trasferito ad Ottana per seguire il montaggio delle apparecchiature, la messa in produzione dell’impianto e successivamente ha operato nell’ambito della gestione produttiva come responsabile di manutenzione meccanica fino alla sua morte prematura.
Il seguente manoscritto è stato redatto nel periodo in cui il Ns. collega ed amico stava combattendo contro il “tumore”, con le devastanti chemio, interventi chirurgici e la ancor peggior “burocrazia” dell’ente assistenziale e delle società in cui aveva lavorato, che non volevano riconoscergli l’esposizione all’amianto e di conseguenza l’invalidità per causa di servizio. Oltre alla tragedia e alle sofferenze della malattia, accertata e certificata da tutti i medici, sia dell’Ospedale specialistico Zonchello di Nuoro e sia del Binaghi di Cagliari, Luigi Chessa ha dovuto lottare fino alla fine per ottenere il riconoscimento della malattia contratta sul lavoro e una dignitosa pensione che permettesse alla propria famiglia di andare avanti economicamente anche dopo la sua prematura dipartita.
Mario Murgia