AMIANTO: IN COMMISSIONE LAVORO PER RIAPERTURA TERMINI BENEFICI PREVIDENZIALI
04/10/2018CONGUAGLI FONDO VITTIME AMIANTO IN ARRIVO
08/10/2018E’ uscito il sesto rapporto a cura dell’Inail sul tumore più feroce asbesto-correlato, trattasi del Registro Nazionale Mesoteliomi.
I dati sono chiaramente indicativi del dramma che si sta consumando in Italia e nel mondo dove ancora oggi in molti paesi è lecito l’utilizzo e il commercio di amianto.
Considerando che in questo Rapporto si rilevano solo i MESOTELIOMI e non tutte le patologie asbesto correlate, tra cui il più frequente tumore al polmone, la cifra di 27.356 casi in 23 anni ci consegna questo tragico dato:
1243 casi all’anno, ossia più di 3 morti al giorno!
Se vogliamo invece allargare il numero di morti dovute a patologie asbesto correlate allora parliamo di più di 3000 morti all’anno solo in Italia, che nel mondo diventano 100.000 morti all’anno.
Aiea si batte da 30 anni in Italia su questo fronte per eliminare l’amianto dal nostro territorio e lo fa anche a livello internazionale, unendosi a quei movimenti, come BAN ASBESTOS, che vogliono bandire l’amianto nei paesi in cui ancora oggi se ne fa un largo utilizzo e che sta minacciando intere generazioni di giovani e non giovani che inconsapevolmente lo lavorano e lo trattano senza precauzioni e protezioni alcune.
L’amianto ha pesantemente inquinato i polmoni e i corpi dei lavoratori dai primi anni del 900 fino al 1992, ma oggi a pagarne le conseguenze non sono solo le persone esposte professionalmente , ma anche i familiari dei lavoratori e coloro che hanno vissuto e vivono a ridosso di siti inquinati e di vecchie fabbriche produttrici di amianto.
A queste persone nel Rapporto si affianca anche un importante 20% di casi di origine ignota, ossia casi di cui non si è potuta accertare l’esposizione professionale, familiare o ambientale.
In Italia oggi abbiamo ancora più di 25 milioni di tonnellate di amianto presente soprattutto in matrice compatta e in minima parte ancora in matrice friabile: è ancora presente nelle nostre case, nelle fabbriche, nei luoghi di lavori, nei luoghi pubblici e in siti naturali, le famose rocce verdi.
Di Amianto si muore e l’unica vera prevenzione per cui Aiea si batte affinchè si smetta di respirare e ingerire fibre di amianto è l’ELIMINAZIONE DEFINITIVA dell’amianto dal nostro territorio attraverso un urgente piano di bonifiche.
https://www.facebook.com/aieaonlus/videos/1901916520099942/
https://video.corriere.it/che-cos-mesotelioma-come-si-riconosce/25ee0b32-f7b8-11e3-8b47-5fd177f63c37
DOCUMENTO RENAM
L’archivio del Registro nazionale comprende, a dicembre del 2017, informazioni relative a 27.356 casi di mesotelioma maligno (MM) diagnosticati dal 1993 al 2015, rilevati in ragione di un sistema di ricerca attiva e di analisi standardizzata delle storie professionali, residenziali e familiari dei soggetti ammalati. La copertura territoriale della rilevazione è andata sviluppandosi costantemente e a oggi riguarda l’intero territorio nazionale.
Sono riportate informazioni relative a 27.356 casi di mesotelioma maligno (MM) con diagnosi fino al 31/12/2015. Oltre il 90% dei casi di mesotelioma registrati risulta a carico della pleura, sono presenti inoltre 1.769 casi peritoneali (6,5%), 58 e 79 casi rispettivamente a carico del pericardio e della tunica vaginale del testicolo. Fino a 45 anni la malattia è rarissima (solo il 2% del totale dei casi registrati).
L’età media alla diagnosi è di 70 anni senza differenze apprezzabili per genere. Il rapporto di genere (casi di genere maschile per ogni caso di genere femminile: M/F) è pari a 2,5. Il 72% dei casi archiviati è di sesso maschile. La percentuale di donne passa dal 27,4% per i mesoteliomi pleurici a 32,8% e 41,1% rispettivamente per i casi del pericardio e del peritoneo. Le misure di incidenza fanno riferimento all’insieme delle regioni per le quali la rilevazione dei dati di incidenza è completa
Il tasso standardizzato (casi per 100.000 residenti) per mesotelioma maligno della pleura (certo, probabile e possibile) nel 2014 risulta pari a 3,26 negli uomini e 0,87 nelle donne. Per la sede peritoneale il tasso passa a 0,17 e 0,10 rispettivamente negli uomini e nelle donne. Se si considerano i soli casi di mesotelioma maligno ‘certo’ (escludendo quindi i mesoteliomi ‘possibili’ e ‘probabili’) le stime diminuiscono del 20% circa. Le modalità di esposizione sono state approfondite per 21.387 casi (78,2%) e, fra questi, il 70,0% presenta un’esposizione professionale (certa, probabile, possibile), il 4,9% familiare, il 4,4% ambientale, l’1,5% per un’attività di svago o hobby. Per il 20% dei casi l’esposizione è improbabile o ignota.
Considerando l’intera finestra di osservazione (1993 – 2015) e i soli soggetti colpiti dalla malattia per motivo professionale, i settori di attività maggiormente coinvolti sono l’edilizia (15,5% del totale della casistica), l’industria pesante, e in particolare la metalmeccanica (8,6%), la metallurgia (4,0%) e le attività di fabbricazione di prodotti in metallo (5,7%), i cantieri navali (6,1%), l’industria del cemento-amianto (3,1%). Il restante quadro è estremamente variegato e frazionato con la presenza di numerosi ambiti produttivi nei quali l’esposizione è avvenuta per la presenza del materiale nel luogo di lavoro e non per uso diretto.
IL RAPPORTO PUO’ ESSERE VISIONABILE A QUESTO LINK: