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07/05/2023Montefibre Verbania: la Corte d’Appello di Torino infligge 3 condanne e 1,5 milioni di danni.
Nel processo d’appello bis, pene tra 11 mesi e 1 anno di carcere. I giudici hanno riconosciuto il reato di omicidio colposo
ambia ancora l’esito del processo Montefibre-bis sulle morti per amianto avvenute nello stabilimento di Verbania. La Corte d’Appello di Torino ha condannato i 3 imputati e stabilito risarcimenti dei danni alle parti civili per circa un milione e mezzo di euro.
Con l’accusa di omicidio colposo i giudici, riconosciute le attenuanti generiche, hanno inflitto un anno di carcere a Giorgio Mazzanti e 11 mesi sia a Bruno Quaglieri che a Gianluigi Poletti, tutti ex dirigenti. Le pene sono sospese con la condizionale. Riguardo altri due imputati, Luigi Ceriani e Carlo Vannini, i reati sono estinti in quanto nel frattempo sono deceduti.
Mazzanti è stato ritenuto responsabile della morte di cinque persone, Poletti e Quaglieri per quattro di questi decessi. Nei confronti degli stessi imputati, la Corte ha stabilito di non doversi procedere in merito alle morti di altre sette persone, in quanto intervenuta la prescrizione. I risarcimenti di danni riconosciuti alle parti civili, per un totale di un milione e mezzo, comprendono anche quelli stabiliti per i famigliari di queste sette vittime. Le parti civili risarcite sono complessivamente 40: si tratta di 37 congiunti dei deceduti, dell’Associazione italiana esposti amianto (Aiea) e dell’Associazione Medicina Democratica e Camera del Lavoro Territoriale Cgil di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola.
Per l’avvocato Laura Mara, che rappresenta l’Aiea e Medicina Democratica, si tratta di “una grande vittoria, una sentenza importante nel panorama giurisprudenziale italiano. Quello che conta non è tanto gli anni di condanna o il fatto che gli imputati scontino giorni di carcere, ma è il principio che deve passare” inoltre per il legale ciò “significa che i tempi sono cambiati rispetto a quelli bui in cui la giurisprudenza imponeva sempre certi limiti per quanto riguarda le patologie amianto-correlate”.
È la terza volta che la Corte d’Appello si esprime sul Montefibre-bis: la vicenda è cominciata nel 2011 con l’assoluzione in primo grado da parte del tribunale di Verbania. In appello il primo ribaltone, con la sentenza di condanna degli imputati. La Cassazione ha poi annullato e rinviato di nuovo ai giudici di secondo grado torinese i quali, questa volta, hanno dato la sentenza di assoluzione. Le associazioni Medicina Democratica e Aiea e il procuratore generale hanno fatto ricorso in Cassazione: gli Ermellini, accogliendo l’istanza, hanno rimandato per la terza volta in Corte d’Appello, che si è espressa appunto con la sentenza odierna le cui motivazioni verranno depositate entro 90 giorni.
Nello stabilimento di Verbania-Pallanza si producevano fibre poliammidiche, in particolare il nylon 6,6 e l’amianto era presente come materiale di coibentazione nei macchinari della lavorazione del nylon, i cui componenti potevano raggiungere temperature molto alte. Le ultime bonifiche effettuate nel 2015 evidenziarono ancora una presenza di ben 800 tonnellate di amianto presso l’insediamento industriale verbanese.