Chieste dal PG Nicola Balice condanne fra gli 8 e i 5 anni per i dirigenti dell’Alfa Romeo di Arese, ritenuti responsabili della morte per mesotelioma pleurico di 15 lavoratori.
Forse ci sarà giustizia per i 15 operai dell’Alfa Romeo di Arese, morti per una “sentenza inappellabile”: mesotelioma pleurico provocato dall’amianto, respirato per decenni nel luogo di lavoro! ” E’ quanto ci si attende dalle richieste di condanna formulate oggi dal Procuratore Generale dott. Nicola Balice alla Corte d’Appello della V Sezione Penale del Tribunale di Milano, contro la sentenza assolutoria di primo grado che aveva mandato assolti tutti gli imputati, accusati di omicidio colposo per la morte di 15 operai della Alfa Romeo a causa della esposizione all’amianto”, è quanto hanno hanno dichiarato Fulvio Aurora, per Medicina Democratica, Maura Crudeli, per l’associazione Italiana Esposti Amianto e Michele Michelino, per il Comitato per la Difesa della Salute nei luoghi di lavoro e nel territorio
Queste le richieste di condanna per gli imputati:Paolo Cantarelli, già Amministratore delegato, 6 anni complessivi; Giorgio Garuzzo, ex presidente di Fiat Auto, 5 anni, e per i seguenti ex manager di Alfa Romeo di Arese: Piero Fusaro, 8 anni; Vincenzo Moro, 5 anni,Gian Battista Razzolli, 8 anni.
Anche gli avvocati di parte civile, intervenuti nell’udienza odierna, hanno messo in luce l’incongruenza della sentenza di primo grado. In particolare l’avvocata Laura Mara, per le parti civili Medicina Democratica e Associazione Italiana Esposti Amianto, ha evidenziato come la sentenza di primo grado fosse carente nelle motivazioni scientifiche. Di fatto i lavoratori sono stati esposti all’amianto in quanto non sono state applicate le leggi sulla salute e sicurezza sul lavoro, ma sono addirittura “saltati” o sono stati travisati gli studi scientifici in materia più accreditati ed emanati da conferenze internazionali, in tema di mesotelioma, quali Le Consensus Conference di Helsinky del 2014, e quella di Bari del 2015-
Inoltre, le parti civili denunciano che la sentenza assolutoria di primo grado di fatto poggia sulle valutazioni dei consulenti dell’azienda, sui quali pendono dubbi di conflitto di interesse.
A questo punto, Si attende la sentenza, ormai prossima, che verrà emanata dopo le arringhe dei difensori, con l’auspicio che questa volta venga fatta finalmente giustizia.