MESOTELIOMA: STUDIO UNIFE E IMPORTANTI EVIDENZE SCIENTIFICHE
22/07/2016EX ISOLCHIMICA AVELLINO: RINVIO A GIUDIZIO PER 27 IMPUTATI
22/07/2016La Corte Costituzionale ha stabilito che non si applica il “ne bis in idem” sicuramente per i nuovi casi di morte. In questo secondo processo viene contestato l’omicidio volontario di 258 vittime dell’amianto.
Stephan Schmidheiny è processabile per l’Eternit Bis, in cui la procura di Torino gli contesta l’omicidio doloso, cioè volontario, di oltre 258 persone morte di mesotelioma, il tumore maligno causato dalla diffusione della fibra di amianto. La Corte Costituzionale, nella sentenza depositata poche ore fa, ha dichiarato che non si applica il principio del «ne bis in idem» sicuramente per i morti «nuovi», cioè le persone che si sono ammalate e sono decedute dopo la chiusura dell’Eternit Uno. Ma anche per le vittime che erano già state nominate nel maxiprocesso potrebbe, secondo la prima interpretazione dei legali (tra cui Maurizio Riverditi e Esther Gatti), non valere il «ne bis in idem» (cioè il fatto, invocato dai difensori dell’imputato) che una persona non può essere processata due volte per i medesimi fatti.
All’udienza preliminare, però, i difensori di Schmidheiny – Astolfo Di Amato e Carlo Alleva – sollevarono la questione del «ne bis in idem» e il gup Federica Bompieri sospese per porre il quesito alla Corte Costituzionale. Che poche ore fa si è espressa: non ci sono ostacoli per i decessi successivi al maxiprocesso, ma neppure ci sarebbero rispetto a quelli precedenti. Tra l’altro, la procura si è detta pronta ad aggiungere all’elenco di 258 nomi altre vittime successive, perché, purtroppo, lo stillicidio di morti d’amianto continua.
La sentenza della Corte Costituzionale non significa, però, che l’imprenditore svizzero sarà sicuramente processato, ma che è, appunto, processabile: se verrà mandato a giudizio lo dovrà stabilire, ora, il gup Bompieri. Prima di tutto, ci sarà da fissare nuove date, a Torino, per l’udienza preliminare al termine della quale il giudice dovrà prendere quella decisione. Nel caso di processo per omicidio volontario, sarà poi la Corte d’Assise a esprimersi. E, dice l’avvocato Sergio Bonetto, «se Schmidheiny sarà riconosciuto colpevole, la condanna sarà non meno severa di quelle di primo grado (16 anni) e d’appello (18 anni) del maxiprocesso».