CONVEGNO A POTENZA: Quando il lavoro ammala. Diritti ed attese dei Lavoratori esposti ed ex esposti all’amianto
08/02/2013EX ENEL – CENTRALE TERMOELETTRICA DI TURBIGO: LA GIUSTIZIA AVANZA
14/02/2013“Questa mattina nel corso della prima udienza del processo per disastro colposo a seguito della demolizione con esplosivo del Velodromo dell’Eur, mi sono costituito parte civile per conto di Roma Capitale esercitando l’Azione popolare che (ai sens dell’articolo 9 del Testo unico degli enti locali) consente a qualsiasi cittadino di far valere gli interessi del comune di fronte all’inerzia del comune stesso. Il 24 luglio 2008 l’impianto sportivo costruito alla fine degli anni Cinquanta per le Olimpiadi di Roma del 1960 fu demolito per “implosione” con 120 Kg di tritolo poichè l’area doveva ospitare gli impianti sportivi della “Città dell’acqua”, progetto mai realizzato. Come testimoniano i residenti e tutta la documentazione video e fotografica, l’esplosione produsse un’enorme nuvola bianca che avvolse i palazzi circostanti, le auto, i passanti e poi fu portata dal vento verso i quartieri di Roma più a sud. Nei mesi successivi alla demolizione emerse la presenza di amianto in varie parti della struttura fatta esplodere tanto che fu necessaria una bonifica dell’area”. E’ quanto si legge in una nota di Riccardo Magi, segretario dei Radicali Roma.
“Ci sono quindi serie probabilità che la nuvola che si propagò dall’esplosione contenesse amianto. Da qui il rinvio a giudizio per l’ipotesi di disastro colposo a carico del dirigente responsabile della procedura per conto di Eur Spa, proprietaria dell’edificio e dell’area. Questa ipotesi per i cittadini residenti nella zona rappresenta l’incubo con cui convivono da anni, un incubo che ha sconvolto le vite di numerose famiglie e la loro possibilità di guardare al futuro proprio e dei propri figli senza angoscia. La battaglia solitaria e drammatica dei cittadini residenti e del loro “Comitato per l’accertamento della verità sulla presenza di aminato nell’area dell’ex velodromo di Roma”, anch’esso parte civile nel processo, per conoscere la verità ed ottenere l’assistenza e il giusto risarcimento nel caso sia confermata o aggravata l’ipotesi di reato formulata dal Pm Claudia Terracina, non può non essere la battaglia di Roma Capitale per i suoi cittadini. Per questo, assistito dall’avv. Francesco Mingiardi, ho deciso di esercitare l’azione popolare e far valere gli interessi del comune, finora immobile e disinteressato alla questione, al fianco dei cittadini”.