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22/07/2016Processo Olivetti, condanna per l’imprenditore Carlo De Benedetti e l’ex ministro Corrado Passera. Il giudice del tribunale di Ivrea Elena Stoppini, al termine del processo di primo grado per le morti da amianto alla Olivetti, ha condannato, fra gli altri, a cinque anni e due mesi di reclusione Carlo e Franco De Benedetti, a un anno e 11 mesi Corrado Passera e ha assolto Roberto Colaninno.
Le imputazioni, a vario titolo, vanno dal concorso in omicidio colposo alle lesioni e si riferiscono ai decessi di dieci operai, fra il 2008 e il 2013, che fra la fine degli anni 70 e l’inizio dei 90 lavorarono alla Olivetti e si ammalarono di mesotelioma pleurico. La procura aveva chiesto la condanna per 15 dei 17 imputati. Le motivazioni saranno rese note entro 90 giorni. La responsabile civile Telecom Italia e parte degli imputati condannati dovranno risarcire le associazioni parti civili, con la somma da stabilire in separato giudizio civile. Il tribunale ha condannato poi al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva nei confronti dell’Inail e delle due famiglie di operai deceduti ancora parti civili nel processo.
«Stupito e amareggiato»
«Sono stupito e molto amareggiato – è il primo commento dell’imprenditore – per la decisione del Tribunale di Ivrea di accogliere le richieste manifestamente infondate dell’accusa. Sono stato condannato per reati che non ho commesso». «Sono stato condannato per reati che non ho commesso – afferma De Benedetti – come ha dimostrato l’ampia documentazione prodotta in dibattimento sull’articolato sistema di deleghe vigente in Olivetti e sul completo e complesso sistema di tutela della sicurezza e salute dei lavoratori, da me voluto e implementato fin dall’inizio della mia gestione. I servizi interni preposti alla sicurezza e alla salute dei lavoratori e alla manutenzione degli stabili non mi hanno mai segnalato situazioni allarmanti o anche solamente anomale in quanto, come emerso in dibattimento, i ripetuti e costanti monitoraggi ambientali eseguiti in azienda hanno sempre riscontrato valori al di sotto delle soglie previste dalle normative all’epoca vigenti e in linea anche con quelle entrate in vigore successivamente. È stato inoltre ampiamente dimostrato in dibattimento che la società non ha sicuramente acquistato talco contaminato da fibre di amianto fin dalla metà degli anni ‘70». «Sono vicino alle famiglie dei lavoratori coinvolti – conclude De Benedetti – ma ribadisco ancora una volta che durante la mia gestione l’Olivetti ha sempre tenuto nella massima considerazione la salute e la sicurezza in ogni luogo di lavoro».