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07/09/2017Incidenti ambientali e sul lavoro. Ecco la relazione della Commissione di inchiesta
Dagli ex esposti all’amianto in Sardegna al caporalato, dallo scontro fra i treni in Puglia al crollo del ponte 167 sull’A14. Con l’obiettivo di “illuminare i meccanismi negativi ed il sistema soprattutto nelle sue debolezze per essere anche da stimolo sul piano legislativo”. LA RELAZIONE
Puntuali ed interessanti si sono rivelate le conclusioni emerse dalla Relazione intermedia presentata dalla Commissione Parlamentare di Inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali su alcuni gravi incidenti sul lavoro che hanno indignato sia le Istituzioni sia l’opinione pubblica per i numerosi decessi che hanno provocato. Rimandando alla lettura del Documento, si è creduto opportuno soffermarsi su alcune questioni ritenendole di interesse generale.
“La Quarta relazione intermedia sull’attività della nostra Commissione d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro – ha detto la Senatrice Camilla Fabbri, Presidente dell’importante organismo parlamentare d’inchiesta – approvata in questi giorni, di fatto offre un quadro sullo stato delle indagini che la Commissione ha portato e sta portando avanti nei diversi campi, relativamente sia alla sicurezza del lavoro che alle malattie professionali. Dall’inchiesta sugli ex esposti all’amianto dei siti peltrolchimici sardi a quella dedicata al contrasto del caporalato, non dimenticando l’inchiesta sullo scontro fra i treni, verificatosi in Puglia nel luglio scorso, e quella sul crollo del ponte 167 sull’A14 di marzo. In tutte queste nostre indagini, come si comprende leggendo la relazione, cerchiamo di chiarire le cause che portano a compromettere sicurezza e prevenzione sui luoghi di lavoro. Lo facciamo portando a termine le inchieste in tempi rapidi e rispondendo ad un criterio di concretezza”.
“Il nostro obiettivo – ha continuato Fabbri – è illuminare i meccanismi negativi ed il sistema soprattutto nelle sue debolezze per essere anche da stimolo sul piano legislativo. E’ un lavoro che richiede studio, dedizione, precisione e, per questo, anche molto delicato e complesso, avendo per altro la Commissione che presiedo gli stessi poteri dell’autorità giudiziaria. Ma si tratta di un lavoro che ci ha dato e ci sta dando molta soddisfazione, avendo la percezione di contribuire in modo reale a migliorare la sicurezza dei luoghi di lavoro, dando piena dignità ai lavoratori stessi.”
Una prima importante considerazione va fatta a margine del crollo del ponte sulla A 14: “Fermo restando il prosieguo delle indagini preliminari – è riportato nel documento – si deve rilevare che anche in questo caso la catena degli appalti, dei subappalti, dell’affidamento e dell’esecuzione dei lavori nei cantieri edili si rivela ancora una volta il punto debole della programmazione e progettazione della sicurezza. Nonostante le tassative previsioni legislative circa i costi della sicurezza negli appalti e subappalti vi è ancora spazio per una malevola discrezionalità delle imprese nella gestione economica della sicurezza. Si tratta di un ossimoro vietato dalla legge che pone la valutazione dei costi della sicurezza a priori rispetto a qualsiasi valutazione economica dell’opera da eseguire e quindi del contratto d’appalto stesso”.
Nella relazione viene evidenziato che “l’esempio negativo del crollo del ponte 167 dimostra il coinvolgimento e la politica della sicurezza da parte delle imprese contraenti l’appalto e il subappalto e quindi un coinvolgimento diretto per la responsabilità amministrativa degli enti che però nel caso concreto potrà tutt’al più applicarsi soltanto in relazione all’omicidio colposo e alle lesioni colpose ma non al crollo colposo e al disastro colposo che eventualmente dovesse essere ritenuto dall’autorità giudiziaria, poiché tali ultimi reati non sono previsti tra quelli che fondano la responsabilità degli enti”.
Ecco perché si ritiene necessario, è sottolineato nel medesimo documento, che il legislatore provveda ad “un’integrazione del d.lgs. 231/2001 in relazione ai reati che possono verificarsi con violazione delle normative in materia di sicurezza del lavoro che mettono a rischio le strutture e la pubblica incolumità”. Sulla legge 199/2016, viene richiamata l’attenzione sui controlli. “Occorre fare chiarezza sulle competenze e sul Coordinamento degli ispettori del lavoro e degli ispettori delle aziende sanitarie locali che rimangono l’organo di vigilanza per definizione nell’ambito della sicurezza del lavoro”.
Sull’incendio di Prato del 2013 scorrendo la relazione, viene evidenziato, tra l’altro, questo aspetto: “I dati emersi dimostrano che il sistema legale con cui creare un’impresa sostanzialmente illegale è costituito in breve da una ditta individuale sotto falso nome che vive soltanto il tempo necessario a operare prima di essere intercettata da vari accertamenti, per poi cancellarsi e rinascere nello stesso sito. Nel frattempo opera mediante uno sfruttamento totale della manodopera senza sicurezza e con l’evasione di tutti gli obblighi fiscali, previdenziali, assicurativi e per ridurre i lavoratori extracomunitari in una condizione di sfruttamento totale”.
“A settembre, quando la Commissione riprenderà l’attività – ha concluso la Presidente Fabbri – il nostro primo obiettivo sarà quello di sensibilizzare e premere affinché il disegno di legge sul Testo unico amianto sia discusso nelle Commissione Ambiente e Lavoro a cui è stato assegnato. Presenteremo, poi, la relazione conclusiva sullo scontro dei treni in Puglia, poiché stiamo aspettando l’esito della consulenza tecnica della Procura di Trani. Resta ovviamente da seguire la vicenda degli ex esposti della Sardegna, molto complicata ma meritevole di tutto il nostro impegno, per cercare di rispondere ad un contenzioso diffuso e sentito che i lavoratori stanno portando avanti per il riconoscimento dell’integrazione pensionistica. Non verrà poi meno l’attenzione verso il caporalato, il monitoraggio dell’attuazione della legge 199, in particolare nelle campagne dell’agropontino e in Sicilia, al centro della nostra attività di indagine da diversi mesi”.
Domenico Della Porta
Presidente Osservatorio Nazionale sulle Malattie Occupazionali e Ambientali
Università di Salerno