VIAREGGIO PROGETTO AMIANTO
12/01/2014MAXI-PROCESSO MONFALCONE
12/01/2014Due studi che aprono nuove prospettive per la cura del mesotelioma pleurico, conosciuto come il «tumore dell’amianto»: sono i lavori pubblicati recentemente su riviste internazionali dal team di ricercatori dell’Università di Siena, dell’Istituto Tumori di Napoli-Crom e della Temple University di Philadelphia, coordinato da Antonio Giordano, professore di Anatomia ed istologia patologica pressol’Ateneo senese, genetista di fama internazionale e da anni in prima linea nella battaglia contro il cancro. «Il mesotelioma – spiega il professor Giordano – è un tumore molto aggressivo che ha origine dalla trasformazione neoplastica del mesotelio, il sottile tessuto che avvolge la cavità pleurica e altri organi interni e ha come principale fattore responsabile l’esposizione all’amianto. Lo sviluppo ha un tempo di latenza molto lungo; ciò vuol dire che possono trascorrere molti anni tra l’esposizione all’amianto e il manifestarsi della malattia. Non a caso, vari studi, ne ipotizzano un picco di incidenza nel prossimo decennio». «La diagnosi di malattia – continua Giordano – è spesso tardiva e al momento non esistono modalità curative. La prognosi, pertanto, resta particolarmente infausta con una sopravvivenza media molto bassa, inferiore a due anni, e con poche eccezioni». L’equipe di Giordano, oltre a studiare a livello molecolare gli effetti deleteri dell’amianto sull’organismo per trovare nuovi bersagli farmaceutici e possibili marcatori per una diagnosi precoce, è impegnata a saggiare nuove possibili terapie molecolari che potrebbero più velocemente trovare un impiego clinico, arrivando velocemente al paziente. Nello studio pubblicato sulla rivista americana «Cell Cycle» i ricercatori hanno testato l’effetto di nuovi agenti antitumorali su cellule di mesotelioma. In questo lavoro sono stati utilizzati dei farmaci ideati per riattivare la proteina P53, uno dei più importanti ‘oncosoppressorì noti, che viene disattivato nella maggior parte dei tumori umani. Sulla stessa linea il secondo lavoro, pubblicato sulla rivista internazionale «Cancer Biology and Therapy». In questo studio gli autori hanno testato, per la prima volta nel mesotelioma, una nuova droga, l’MK-1775, in combinazione con il cisplatino.