CONFERENZA NAZIONALE AMIANTO MONFALCONE 2004
06/01/2013CONFERENZA PERMANENTE STATO REGIONI 1999
06/01/2013CONFERENZA EUROPEA SULL’AMIANTO
(Bruxelles – Parlamento Europeo – 22-23/09/2005)
Conferenza europea sull’Amianto
Dichiarazione di Bruxelles – 23 settembre 2005
Preambolo
L’amianto rimane la causa principale di tumore dovuto ad attività professionali tra i lavoratori in Europa. Prodotti in amianto nelle abitazioni, negli edifici commerciali e nelle infrastrutture in Europa e rifiuti contenenti amianto nel nostro ambiente continuano a causare livelli di malattie e mortalità senza precedenti.
Anno di Azione
Gruppi di lavoro a livello europeo, associazioni mediche e agenzie internazionali hanno lanciato appelli per fare del 2005-2006 l’«Anno di Azione contro l’Amianto». A questo scopo i partecipanti alla Conferenza europea sull’Amianto svoltasi a Bruxelles il 22-23 settembre 2005 chiedono a tutte le istituzioni europee, in particolare al Parlamento europeo e alla Commissione europea, così come al Consiglio europeo, di progettare e di mettere in atto un piano di azione europeo sull’Amianto che comprenda:
Azione sulla prevenzione
Per prevenire future esposizioni a rischio, si raccomandano i seguenti passaggi:
- applicazione rigorosa della legislazione europea e nazionale su salute e sicurezza in materia di amianto;
- come con altre sostanze cancerogene, tutti i prodotti contenenti amianto dovrebbero essere etichettati con teschio e tibie; l’attuale uso del logo con la lettera «a» è inaccettabile;
- introduzione di verifiche obbligatorie sugli edifici pubblici entro il 2007 e nelle residenze private entro il 2008; così come sui mezzi di trasporto (p.es. navi, treni, aerei) entro il 2008; una legislazione europea, comprensiva di uno schema di certificazione, per la regolamentazione dell’industria di rimozione dell’amianto;
- introduzione di linee guida per la misurazione della contaminazione da amianto nel terreno;
- ricerca di metodi sicuri per il trattamento di rifiuti contenenti amianto;
- la deroga che permette l’uso di amianto nella produzione di cloro deve cessare;
- la Direttiva del 2003 dovrebbe essere migliorata eliminando il concetto di «esposizione sporadica e a bassa intensità». Nessuna esposizione all’amianto è sicura!
Azione sui diritti umani
I diritti umani e l’abolizione della pena di morte sono valori centrali dell’Ue. Tuttavia, centinaia di migliaia di europei vengono privati del proprio diritto alla salute da pericolose esposizioni all’amianto; in molti casi, queste esposizioni equivalgono a una condanna a morte. Serve un’azione per garantire il diritto fondamentale di lavorare e vivere in un ambiente sicuro. Sono raccomandati i seguenti passaggi:
- è necessaria la riclassificazione delle placche pleuriche e di altre condizioni dovute all’amianto definite come «malattia non maligna»; il corrente inquadramento di questi sintomi come benigni non riflette in modo accurato il loro impatto sulla salute dei pazienti e sulle condizioni di lavoro;
- l’istituzione di registri nazionali dei lavoratori esposti all’amianto e di lavoratori con malattie collegate all’amianto;
- il riconoscimento di tutte le malattie relative ad attività lavorative collegate all’amianto come malattie professionali nel quadro di un’armonizzazione degli schemi di indennizzo delle malattie professionali nell’Ue;
- lo sviluppo di linee guida mediche per il «miglior trattamento» di malattie relative all’amianto; lo sviluppo e il finanziamento di un programma di ricerca per il trattamento e la cura di persone con queste malattie;
- l’istituzione di fondi e schemi specifici europei o nazionali finanziati obbligatoriamente da imprese coinvolte nella produzione di amianto e da autorità pubbliche, al fine di garantire assistenza a tutte le vittime dell’amianto e a persone esposte all’amianto; il sostegno a gruppi di vittime dell’amianto per mobilitare e assistere i feriti;
- non va più consentita la ricollocazoine di aziende non europee nell’Ue, per sfuggire a responsabilità nei propri paesi di origine;
- l’istituzione di un centro di ricerca europeo per l’individuazione e la messa in atto di una tecnologia sicura nel rimuovere/pulire aree contaminate da amianto che costituiscono attività ad alto rischio.
Azione su «due pesi e due misure»
- L’Ue deve sostenere una messa al bando internazionale dell’amianto tramite una Convenzione Ilo e una giusta transizione nei paesi in via di sviluppo;
- la legislazione Ue dovrebbe mettere al bando l’uso di amianto da parte di imprese basate nell’Ue ovunque nel mondo;
- il mancato rispetto di questa legislazione dovrebbe essere punito con multe che possono essere distribuite tra le vittime straniere dell’amianto;
- le strategie per minimizzare le responsabilità legate all’amianto da parte dei difensori a livello globale sono ben sviluppate; l’Ue dovrebbe lavorare con altri partner per costituire un fondo internazionale per indennizzare le vittime dell’amianto dovute ad aziende Ue;
- il trasferimento del rischio dall’Europa a paesi in via di sviluppo è inaccettabile. In particolare lo smantellamento di imbarcazioni contaminate da amianto, come ad esempio «Le Clemenceau» in India, viola sia la Convenzione di Basilea che le disposizioni Ue sui rifiuti: questi regolamenti vanno rigorosamente applicati e attuati;
- buone pratiche rispetto all’efficace introduzione di tecnologie sicure prive di amianto in Europa dovrebbero essere diffuse nei paesi che usano ancora l’amianto;
- uso del Fondo sociale europeo al fine di sostenere la bonifica di aree contaminate da amianto;
- i partecipanti fanno appello ad azioni nazionali in giorni specifici come il 28 aprile 2006, Giornata internazionale della Rimembranza dei lavoratori e il 14 maggio, giornata della rimembranza delle vittime dell’amianto in Belgio. In particolare raccomandano manifestazioni davanti alle ambasciate canadesi;
- l’Ue dovrebbe promuovere un’inchiesta sulle attività presenti e passate di imprese multinazionali dell’amianto e delle imprese a loro associate;
- le organizzazioni europee coinvolte nella campagna per una messa al bando dell’amianto a livello mondiale dovrebbero sostenere le lotte delle Ong, dei sindacati e di altre organizzazioni nei paesi in via di sviluppo contro l’amianto, fornendo loro informazioni sulle migliori pratiche nella legislazione e su altri aspetti medici o tecnici. Dovrebbero contribuire a reti internazionali di collaborazione e solidarietà.
Inoltre
L’amianto riguarda un’ampia gamma di questioni, dall’occupazione alla salute pubblica, all’ambiente, a questioni riguardanti i consumatori, alla ricerca medica. È quindi raccomandabile che sia designata una persona per coordinare il Piano Ue di azione sull’Amianto.
DOCUMENTI