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07/01/2019Una beffa per le vittime dell’amianto, per il Governo non esistono: neanche una riga sul Piano Nazionale Amianto! Ultimo appello alle massime autorità dello Stato e al Parlamento per le misure ‘a costo zero’ da inserire in finanziaria per ‘i civili’ colpiti dal terribile mesotelioma pleurico.
Una intollerabile beffa sta per consumarsi ai danni delle vittime civili dell’amianto, se il Parlamento ed il Governo non includeranno nella Finanziaria le misure a costo zero per aiutare i cittadini/e malati di mesotelioma pleurico, un tumore mortale e senza rimedio, dovuto alla esposizione ad amianto, perchè i soldi sono già in cassa: è la denuncia forte e accorata del Comitato Nazionale Fondo Vittime Amianto, di tutte le associazioni degli esposti amianto, AIEA, AFEVA, Medicina Democratica e CNA, Coordinamento Nazionale Amianto e dei sindacati CGIL CISL e UIL, ma anche di tanti singoli cittadini ed esponenti della società civile. Un vero e proprio appello, inviato in questi giorni alle massime autorità dello Stato, dal Presidente Mattarella ai Ministri del Lavoro e dell’Interno, ai Presidenti delle Commissioni Bilancio di Senato e Camera, dei Gruppi Parlamentari e alla dirigenza INAIL.
“Siamo fortemente preoccupati e sconcertati- hanno dichiarato Maura Crudeli, Presidente AIEA, Marco Caldiroli, Presidente MD e Giuseppe D’Ercole, Presidente Comitato Fondo Vittime Amianto- per ‘la sordità’ del Governo alle nostre richieste in materia di sostegno alle vittime dell’amianto, in particolare quelle “non professionali”, la cui drammatica condizione pare non interessare nessuno, nonostante la mobilitazione e le iniziative fatte negli ultimi tempi. Continuano infatti a morire circa 3.500 persone all’anno per gravi patologie causate dall’amianto, di cui il 30% sono vittime “civili”, ma nessuna risposta ci è arrivata dal ministro del Lavoro Di Maio, nonostante le richieste, il presidio unitario dell’8 novembre davanti al Ministero del Lavoro e l’incontro con il sottosegretario Claudio Duron. Speravamo in un Natale dignitoso per questa categoria di malati e per le loro famiglie, ma nella Finanziaria approvata al Senato con voto di fiducia, non si è modificata una virgola per loro. Adesso l’ultima speranza è che alla Camera avvenga il “miracolo”, se di miracolo si può parlare visto che Natale è già passato!”
Siamo in realtà di fronte a un paradosso, perchè i soldi in cassa ci sono già e ammontano a 24 milioni di euro! Ciò che si chiede, infatti è semplicemente l’aumento da 5.600 a 12.000 euro dell’assegno “una tantum” per i malati “non professionali” di mesotelioma pleurico, per un sostegno in una condizione di salute e di vita di fatto terminale, poichè il mesotelioma non dà scampo e dalla diagnosi non restano che pochi mesi di vita. Secondo i calcoli dell’INAIL verrebbero soddisfatte tutte le domande. Ma chi sono i malati civili o non professionali, per cui il Comitato Fondo Vittime Amianto fin dal 2014 ha chiesto un intervento di sostegno con un assegno una tantum? Si tratta di quelle sventurate persone che hanno respirato le micidiali polveri di amianto “senza colpa alcuna”, ma solo perchè abitanti in aree limitrofe ad aziende con processi produttivi legati all’amianto, o nei pressi di strutture contenenti manufatti in cemento amianto deteriorato. o, peggio ancora, perchè familiari di lavoratori “impregnati” di amianto.Purtroppo, per loro nulla è previsto dalla normativa vigente in materia di tutele previdenziali e di prevenzione!
L’assegno una tantum, proposto a suo tempo dal Comitato Fondo Vittime Amianto su sollecitazione delle associazioni e dei sindacati è l’unico “ristoro” ad una gravissima compromissione della salute. “Il mancato accoglimento nel voto di bilancio al Senato delle nostre richieste- ha detto Fulvio Aurora, responsabile vertenze giudiziarie di MD- ci sembra rientri in una strategia generale che di fatto tende a ignorare e a minimizzare colpevolmente la gravità delle problematiche legate all’amianto. Come dimostra il fatto che la Legge di Bilancio per il 2019 approvata al Senato, prevede un taglio del 30% dei premi che le aziende devono versare all’INAIL e al tempo stesso vengono ridotte le indennità per le vittime di infortuni e malattie professionali. E ciò avviene in un momento in cui gli infortuni sul lavoro sono in aumento!”
A questo si aggiunge la denuncia fatta da Valentino Gritta, rappresentante AIEA nel Comitato del Fondo per le Vittime Amianto, del fatto che alla Confindustria era stato tolto l’onere di contribuire alla costituzione del medesimo Fondo: una situazione che favorisce le aziende, che riceveranno il finanziamento per attuare le bonifiche, anche se esse stesse vi devono provvedere in presenza di stati di degrado dei manufatti contenenti amianto. La denuncia più forte è tuttavia l’assenza nella Finanziaria di un riferimento a un Piano Nazionale per la Bonifica dell’Amianto e di prevenzione della salute dei cittadini, come da tempo tempo richiesto, salvo interventi per pochi spiccioli destinati ad aree territoriali limitate. Così come pure riguarda una esigua categoria di lavoratori ex esposti amianto l’emendamento Pallini approvato in Commissione Bilancio.
Sono in realtà migliaia i ricorsi all’Autorità Giudiziaria per il riconoscimento dei cosiddetti “benefici previdenziali” dei lavoratori ex esposti all’amianto, pur previsti, e quelli per il riconoscimento delle malattie professionali da amianto. Senza questi ricorsi i riconoscimenti sarebbero pochissimi. Ci si chiede infatti se l’ente assicuratore (INAIL) che deve certificare e verificare se si tratta di una malattia professionale è stato creato per riconoscere o per non riconoscere. Su tali pesanti incongruenze e carenze una grande mobilitazione è stata annunciata da MD, AIEA e CNA con tutte le associazioni vittime dell’amianto affinchè, nel 40° della riforma del SSN , si ripassi dal diritto alla salute di tipo assicurativo a un diritto di tipo universale.
Per info.
Carmina Conte cell. 3931377616
Fulvio Aurora, cell. 3392516050
Maura Crudeli, cell. 3929765786